giovedì 27 dicembre 2012

Antologia Emotiva - Cap. 2

Catwoman by Darebegins

E niente. Sono entrata in questo blog con l'intento di scrivere quello che mi sta passando per la testa e per il cuore in questo momento.
Poi ho visto l'ultimo post pubblicato, quello del 21 Maggio... quella specie di sfida con me stessa o con il famoso uomo dei desideri, non so con chi era veramente la sfida...

Sfida che nel corso dell'anno ho preso e accantonato un sacco di volte.
Sfida che momentaneamente è stata accantonata. Fino alla prossima volta che rivedrò il soggetto in questione temo...

L'ultima volta che l'ho incontrato mi ha detto che è confuso, diversamente dal solito non mi ha detto che è innamorato di lei, mi ha detto che ci tiene alla sua compagna e ci tiene anche a me. Evabbè. Vecchia storia. La convivenza e le sue noie. L'amante e le sue gioie.

Stadifatto che sta con lei, e non la lascia, anzi, ci progetta il futuro.
Cosa sono io? Io sono la Malafemmena. Quella con cui divertirsi e poi tornare pentito tra le braccia della Madonna.
Io sono la provocatrice, la gran troia, colei che a letto lo fa impazzire e che gli fa dei pompini da paura, quella con cui condividere quella teatralità stronza, quell'esibizionismo, quella voglia di provocare, stupire, quella porcellosità che sta lontano dalla soglia di ciò che accettabile socialmente e che insieme buttiamo all'aria ed esibiamo. Io sono quella roba lì, quella bella figa da portare in giro, ma anche intelligente al punto giusto per poterne andare fiero.
In fondo però non sono abbastanza.
Non sono abbastanza sottomessa, non sono sufficientemente santa per fare la sua compagna di vita, la donna da presentare ai suoi genitori, la madre dei suoi figli.

Che minchia. A volte sono piuttosto felice di fare la parte dell'amante. Di prendermi solo il bello. Godermelo a pieni sorsi, fuochi d'artificio, magia, eccitazione, entusiasmi. E poi ciao, ognuno alla sua vita. Ognuno alla sua noia, ognuno nel suo grigio. Il fatto è che io adoro il suo grigio, le sue tristezze, le sue paranoie, i suoi deliri. In quel tempo che abbiamo condiviso al 100%, quel tempo passato che sto iniziando a dimenticare, adoravo i suoi momenti bui, adoravo esserci per lui. Essergli di supporto. E farmi supportare. Adoravo perdermi in quell'abbraccio denso di com-passione.

Sticazzi. In fondo io sono innamorata di lui. Lo ero e lo sono. Ed esser innamorata di uno che mi vede come una troia e che ci ha messo un anno per ammettere a se stesso che io per lui sono importante mi fa sentire una mezza merda.
E poi... quando è riuscito a dire che io sono importante per lui? Quando ha visto che io ero bellamente in grado di prenderlo per il culo. Quando ho alzato le spalle, e l'ho fatto sentire una merda.

Una piccola vendetta quella.
Riuscita parecchio bene. :)

Weekend di lavoro. Riunioni su riunioni. Gente su gente.
In mezzo a quella gente tenevo stretto il mio filo con lui.
Un gioco di posizioni, sorrisi e occhiate.
L'ho fatto eccitare come un porco.
Gli ho fatto pregustare una scopata da urlo.
Ho giocato con lui al gatto e al topo fino al punto in cui non si riusciva nemmeno più a distinguere chi era il gatto e chi il topo.
L'ho portato al limite.
Si è infilato in bagno con me.
Si è abbassato i pantaloni.
Il cazzo era già bello dritto.
Pronto da mangiare.
Appoggiata al muro, un po' distante da lui, fissandolo negli occhi mi sono leccata lentamente le dita.
Poi ho allungato la mano e ho passato piano, piano, dolcemente, l'indice sul suo cazzo.
Occhi negli occhi.
Il mio dito si muoveva lentamente.
Il suo cazzo sempre più duro.
Piano allontano la mano da lui.
Mi lecco a lungo il dito in questione...
Occhi su occhi.
Lui aspetta con le labbra socchiuse la mia prossima mossa.
Mi accorgo del potere che è nelle mie mani in quel momento.

E in quel preciso istante decido.
E lo uso quel potere.

Gli giro le spalle.
E ciao.
Lo lascio lì.
Col cazzo duro e i pantaloni abbassati in un cazzo di bagno pubblico.

Oh yeah.

Bella lì.
Ti voglio bene, uomo.
Quando mi prendo gioco di te, te ne voglio ancor di più.
La tua faccia.
La tua faccia tra il sorpreso, l'incredulo e lo stupito è stata la soddisfazione più grande. ❤
Love you man.

Adesso il potere è mio.
Ci ho messo un anno, sì.
Ma adesso sono io a decidere.

Un anno era destinato a farti innamorare di nuovo di me.
Forse non ci sono riuscita.
Forse.
Ma di certo sono riuscita a ribaltare la dinamica di potere tra me e te.
Si era completamente sbilanciata con l'arrivo della tua cazzo di Madonna.

Ma ho ripreso le cose in mano, bambino.
Sono tornata.
Ora sono io a decidere.

Non vedo l'ora di avere un'altra ghiotta occasione di passare qualche giorno con te.
Ho voglia di giocare con te, topolino mio.

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