lunedì 13 dicembre 2010

Voglio abbracciarti prima

Devo decidere cosa fare dei prossimi quattro anni della mia vita.
Oggi, al più tardi domani.

Ma voglio abbracciarti prima.
Voglio fare il giro del tuo busto con le mie braccia.
Rannicchiata sotto al tuo piumino aperto.
Appoggiarti la testa sul petto.
Sentire il tuo calore sulla mia guancia.
Respirare l'aria gelida.
Sentirmi al sicuro.

E chiederti di amarmi.

Per arginare tutto il dolore

Voglio te.
Le tue mani sul mio corpo.
La tua bocca sul mio corpo.
Il tuo cazzo dentro me.

Violentemente.

Per arginare tutto il dolore.
Per asciugare tutte le lacrime.


È un pezzo di un post dell'anno scorso, ma è la stessa cosa che voglio ora.

domenica 12 dicembre 2010

È troppo tardi

Ci sono dei momenti in cui sei distrutto e hai bisogno di aiuto,
ma non hai nemmeno la forza per chiederlo,
così in modo un po' brusco e rozzo cerchi chi vorresti ti stesse vicino.

Ma c'è una differenza.
La vedi, è evidente.

Qualcuno capisce. Ti conosce. E dopo le prime due sillabe ha già capito che c'è un problema e cerca di fare il possibile e l'impossibile per stati vicino. Magari non trova il modo migliore, ma c'è, è al tuo fianco.

Qualcun'altro non reagisce, o se lo fa, lo fa in modo totalmente inadeguato.
Basta, è fatta, è un attimo: ti cade dal cuore.

Un secondo prima era la tua ragione di vita.
Il secondo dopo non esiste più.
Sbadabumf. Puf. Non ci sei più. Addio. 

È così, ed è così che tu diventi grande.
E ti disilludi.
E smetti di credere nelle persone e nell'altruismo.
Per una sola persona che quella volta ti ha lasciato sola, quando non chiedevi altro che i suoi occhi sui tuoi.

Fine delle trasmissioni.
The end.
Ultima puntata di Beautiful.

Gli anni passano e pensi che forse pure tu hai sbagliato qualcosa, che in fondo eravate soltanto due ragazzini, che forse l'amicizia che avevate era troppo importante per finire così. La disillusione non riesci più a sradicarla dal tuo cuore, è ormai entrata nel tuo dna, ma siete due calamite e vi riavvicinate. Così vicino che smettete pure di ubriacarvi insieme per paura che una sera d'allegria vi metta nei guai. I vostri corpi si attraggono, le vostre menti si sbilanciano in voli pindarici poco edificanti. Ma riuscite a mantenere le vostre strade incostantemente parallele.

Poi succede. Succede di nuovo. L'angoscia ti prende e ti strizza l'anima in una centrifuga a 2000 giri. Che cazzo fai adesso? Lo dici al tuo amico. Cosa fa lui? Ti da la risposta più sbagliata nell'universo delle risposte sbagliate. E ti cade dal cuore. Di nuovo giù. In fondo. E più giù ancora. Cazzo non la smette di scendere. Sei lì che non capisci cosa succede. Il dolore è già di suo troppo grande. Ci mancava soltanto che lui ci mettesse il carico da 11.

Un secondo prima era la tua ragione di vita.
Il secondo dopo non esiste più.
Sbadabumf. Puf. Non ci sei più. Addio. 

Di nuovo.

Ci mette 36 ore per alzare la cornetta e chiamarti.
E quando lo fa è semplicemente troppo tardi.
Ma poichè al peggio non c'è mai fine tenta anche di esibirsi in esercizio retorico e professione di fede.

Vorresti avercelo davanti e riempirlo di pugni e calci.
Non hai mai picchiato nessuno, ma sei sicura che saresti in grado di distruggerlo in un sol boccone.
Ti viene da vomitare e dici sisi senza ascoltare la sua voce.
Tu che fino a ieri eri drogata delle sue parole.
Come cazzo fai a non capire, porca di quella troia? 
Come? Come? Come? Come?

Ecco perchè ti odio, amore mio.