mercoledì 13 novembre 2013

Femminismo e cazzi

Quel femminismo patinato che piace agli uomini 
Laurie Penny

Le femministe non piacciono a nessuno. Almeno secondo i ricercatori dell’università di Toronto, che hanno condotto uno studio da cui risulta che le persone credono ancora a certi stereotipi secondo cui le femministe sono “brutte, sporche e cattive”. Questi luoghi comuni chiaramente limitano molto il fascino dell’appartenenza al movimento di liberazione come scelta di vita. Il femminismo è malconcio e ha bisogno di darsi una ripulita. Per essere ancora “valido per le ragazze di oggi”, deve depilarsi le gambe e cambiare taglio di capelli. Anche il mensile Elle sembra pensarla così. Questa rivista di moda e bellezza, che non è mai stata nota per essere rivoluzionaria, ha pubblicato un lungo articolo su come “rinnovare l’immagine del femminismo”, chiedendo a tre agenzie pubblicitarie di fare il lifting alla politica di genere. Il risultato è stato una serie di grafici e di affermazioni ambigue sulla femminilità che spazzano via gli aspetti più sgradevoli e imbarazzanti del movimento per la liberazione della donna. Come la parola femminismo, con la quale sembra che qualcuno abbia dei problemi. Quando parliamo di lavoro, salari e violenza sessuale, vorrebbero che tenessimo conto anche dei sentimenti degli uomini, che fossimo meno aggressive, che ci vestissimo meglio. Se proprio dobbiamo parlare, preferirebbero che parlassimo di “uguaglianza”. Le persone alle quali interessa mantenere lo status quo preferirebbero che le ragazze si comportassero come ci si aspetta da loro, che rendessero tutto, compresa la politica, grazioso e piacevole. Quest’idea di rinnovare l’immagine del femminismo come stile di vita, come accessorio desiderabile, a cui è facile adattarsi come a una dieta disintossicante, e altrettanto poco minaccioso, non è nuova. E quello della rivista Elle non è il primo tentativo patinato degli ultimi anni di lanciarsi in un’impresa simile. Ma, purtroppo, non si può rinnovare più di tanto l’immagine del femminismo senza fargli perdere la sua caratteristica essenziale, che è quella di essere aggressivo, provocatorio e carico di rabbia. Lo si può ammorbidire e rendere più attraente, ma alla fine il motivo per cui molte persone trovano allarmante la parola stessa è che spaventa chiunque goda dei privilegi maschili. Il femminismo chiede agli uomini di accettare un mondo in cui non hanno nessun vantaggio particolare solo perché sono nati uomini. E non esiste abbellimento che possa rendere il rospo facile da inghiottire. Non sono “le ragazze di oggi” che devono essere convinte che il femminismo è ancora necessario e “valido”. Le nuove tecnologie hanno provocato uno tsunami di attivismo nel campo della politica di genere, da iniziative come i progetti Unslut ed Everyday sexism a cambiamenti epocali come la ribellione contro la violenza sessuale in India. In tutti questi movimenti sono le ragazze a guidare la carica, insieme ad alcune guerriere della vecchia generazione che non si sono lasciate scoraggiare da decenni di scherno e di emarginazione. Mentre i giornali di moda e l’industria della bellezza rimangono legati all’idea che le ragazze devono essere dolci e arrendevoli e inguaribilmente ansiose di piacere ai maschi, le vere donne di ogni età stanno lottando contro una cultura che continua a cercare di interpretare i nostri desideri e di trasformare la nostra politica in qualcosa di spumeggiante e commerciabile. Lo stereotipo della femminista bruttina e indesiderabile sopravvive per un motivo preciso: perché è ancora l’ultima e migliore linea di difesa contro ogni donna che cerca di far sentire la sua voce e pretende di fare politica. Tanto per dirle che se continua così nessuno l’amerà mai. Correggetemi se sbaglio, ma ho sempre pensato che alla base della politica femminista, e di qualsiasi altro tipo di politica radicale, ci sia il fatto che affermare certi princìpi sia più importante che essere adorati da tutti, e in particolare dal tipo di uomini che preferirebbero che noi donne sorridessimo discretamente e ci facessimo crescere i capelli. Per citare le parole di Susan B. Anthony, una delle prime attiviste per il sufragio universale e i diritti civili: “Le persone caute e prudenti che si sforzano sempre di salvare la propria reputazione e di rispettare le norme sociali non provocheranno mai il cambiamento. Quelle che fanno sul serio sono disposte a dichiarare apertamente il loro disprezzo per certe idee e i loro sostenitori e a sopportarne le conseguenze”. Non sono molto vecchia, ma ho vissuto abbastanza per essermi resa conto che i momenti in cui sono stata più ammirata dagli uomini, i momenti in cui sono stata considerata più simpatica e piacevole, sono stati quelli in cui ero più vulnerabile, più impotente e insicura. Mentre tutte le volte in cui sono stata più forte e coraggiosa, più orgogliosa delle mie conquiste, sono stata definita una stronza dal carattere impossibile. Questa è la scelta che devono fare le donne, oggi come in qualsiasi altro momento della storia: decidere quanto sono disposte a sacrificare per piacere agli uomini.

Ho appena letto questo sull'Internazionale del 25 Ottobre.

Massima stima per la donna Penny.

Sostengo l'idea che il femminismo debba essere brutto e incazzato, nonostante tutti gli stereotipi del caso.

E per continuare con gli stereotipi, non si è mai vista una bionda in tacco 12 e unghie laccate esprimere concetti di un certo peso etico e sociale. E nel dire bionda in tacco 12 intendo riferirmi ad una precisa categoria di donne scodinzolanti, indipendentemente dal loro colore di capelli o dal loro aspetto fisico.

Me la prendo con le bionde perchè la bionda stupida è stata sempre quella che gli uomini sceglievano una volta finita la storia con me. Questo non mi lusinga, no. Ma io sono una forte, orgogliosa e coraggiosa, una stronza dal carattere impossibile -per dirlo con Penny-, ripiegare su una robetta vulnerabile, impotente e insicura è scelta d'obbligo se non si è riusciti a sopravvivere ad una come me.

Solo uno ne ho trovato che persevera con le forti, orgogliose e coraggiose, ed è un maschilista di merda. Il più maschilista.

Ma è evidente agli occhi di tutti che l'apparenza inganna.

1 commento:

Minerva ha detto...

Ah, non mi arrivano mai i tuoi feed, accidenti! :-)
felice di leggere qui quest'articolo e tanto vicina mi sento alla tua chiosa. Credo che questo post ti piacerebbe,
http://minervajones.blogspot.com/2013/08/come-conquistare-un-uomo-farsi-adorare.html
visto che parli di 'robetta fragile e insicura' come di chi arriva 'dopo' di te ;-)

Baci, bella!