domenica 31 ottobre 2010

Di sere nere

E poi arrivano sere come queste.
Sere in cui il mio unico desiderio è uscire, stare fuori.

Io, tu, gli amici di sempre.
Una rarissima contingenza,
dovuta ad uno strano allineamento degli astri,
o al natale.

Godere della vostra presenza,
della vostra gioia di vivere.
Parlare fiumi di parole, ridere grasse risate.

E le ore passano.
E si fa mattina.

Vedere pian piano i locali svuotarsi,
e continuare imperterriti a parlare parole.
Ridere risate.

Perché noi dobbiamo festeggiare.
Perché noi siamo speciali, siamo amici ritrovati.
Assaporare ogni singolo istante,
non togliere mai il sorriso dalle labbra.

E invece arrivi tu.
Con quell'espressione di merda piantata in viso.
Con la tua peggiore personalità.
Intenzionato a mostrare a tutti quanto rompicoglioni sai essere.

Te ne staresti tutta la sera a fissarti la punta delle scarpe.
A bere qualsiasi cosa ti possa ubriacare.
E a sparare giudizi acidi.

E io ti odio.
Ti odio per tutto questo.
Ti odio per aver rovinato la mia serata serena.
Ti odio perché ti sei dimenticato di guardarmi negli occhi.

Ti odio perché, se tu non fossi così coglione, ti amerei.

4 commenti:

carlos ha detto...

E non gli hai chiesto perché?

TheBabalaas ha detto...

:(

Ulisses Reis ® ha detto...

'Ve ti è piaciuto per quello che ha scritto sul tuo profilo, io sono brasiliano e alcuni seguaci di Italia lì, quindi ti ho trovato, mi piaceva la poesia che ho letto e mi auguro che anche visitare oggi il linguaggio è così si può prenotare comunicare con il mondo, e vi invito a leggere e commentare anche nel mio blog, è una notte splendida, baci!

kumiko ha detto...

Ciao Carlos, ciao Jules! Alla fine s'è risolto tutto.. inutili malintesi..