sabato 24 gennaio 2009

Out of time

Muriel Burbery, L'eleganza del riccio, PIOGGIA D'ESTATE, capitolo terzo: Fuori dal tempo

Sotto la campana di vetro cadono i fiocchi di neve.
Quella piccola sfera si materializza davanti agli occhi della mia memoria, sulla scrivania di Mademoiselle, la mia maestra prima di passare alla classe dei grandi, con monsieur Servant. Quando eravamo stati bravi, potevamo capovolgerla e tenerla nell'incavo della mano finchè non cadeva l'ultimo fiocco di neve ai piedi della torre Eiffel cromata. Non avevo nemmeno sette anni e già sapevo che la lenta melopea dei corpuscoli ovattati prefigurava ciò che il cuore prova durante una grande gioia. La durata rallenta e si dilata, nell'assenza di urti il balletto diventa eterno e, quando l'ultimo fiocco si posa, sappiamo di aver vissuto quel "fuori dal tempo" che è il segno delle grandi illuminazioni. Da bambina spesso mi chiedevo se mi sarebbe stato concesso di vivere istanti simili, stare al centro del lento e maestoso balletto dei fiocchi di neve, strappata finalmente alla triste frenesia del tempo.
Ci si sente così a rimanere nudi? Privato il corpo degli abiti, la mente resta tuttavia ingombra di ornamenti.


Blur: Out Of Time



↘ La sensazione che mi arriva ad ascoltare questa canzone o a leggere questo brano è la stessa.
Solo la vera poesia può riuscire ad esprimere un concetto così complesso in così poche parole o attraverso la musica.

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