domenica 19 settembre 2010

Ho completato il puzzle

Puzzle my I by Hamedical

È successo stamattina, mentre mi aggiravo per casa ascoltando questa canzone che mi riporta dritta ai miei 18 anni (grazie Lazlo).
Teardrop... al tempo la chiamavo lacrime o gocce.
Ascoltavo e seguivo il filo dei miei pensieri.

Improvvisamente ho trovato cos'è che mi manca tanto.

Amo questo tipo di conoscenza. Quelli che fanno gli esperimenti con le scimmie la chiamano insight.

In questi casi mi viene sempre in mente Animal Instinct dei Cranberries suddenly something has happened to me, as I was having my cup of tea, fortunatamente suddenly I wasn't feeling depressed.


Anyway ho completato il puzzle.

Quello di cui avrei bisogno sarebbe la mia famiglia.

Ehi no, no, frena, fermati.
So già che hai capito male, lascia che ti spieghi.

Non voglio un marito, un figlio e il posto fisso, la babysitter e la casa col giardino. No. Ti prego. Guardo con grande diffidenza le mie amiche che tra i 20 e i 25, nel giro di un anno si sono sposate e si sono fatte mettere incinta, in ordine sparso le due cose, of course. Il giorno prima pensi solo ad uscire e divertirti, il giorno dopo tutte spose e madri perfette. Come no.

Un uomo lo sposi se decidi di condividere la tua vita con lui e soprattutto se ci credi "nel sacro vincolo del matrimonio", se no fai a meno. Chi cazzo è che ti sta costringendo?

Un figlio lo fai se hai voglia di dedicare la tua vita a lui. Non per evitare la noia nelle ore in cui non sei al lavoro, o per tenerti stretto il tuo uomo.

Non è questa la famiglia. Ed è evidente che non è questo ciò a cui aspiro, nonostante la terza decade della mia vita si stia pericolosamente avvicinando alla fine, tappa che -secondo le teorie di uno strano amico mio- corrisponde alla comparsa dell'inevitabile istinto di riproduzione. Sti cazzi.

Quello che mi manca è quello che avevo fino a qualche anno fa, quello che -ora ho capito- costituiva la mia identità. Nonni, bisnonni, zii, prozii, cugini vicini e lontani. Una di quelle famiglie, la mia, con più componenti di una squadra di calcio, riserve comprese.

È così che sono cresciuta. Ogni giorno una festa. Ogni giorno un nuovo sorriso dedicato solo a me. E la bimba come sta? La bimba ero io. Io esistevo e avevo un senso all'interno di quella comunità. Non ti annoiavi mai, c'era sempre qualcosa da fare. Uno zio da salutare, un cugino con cui giocare. Io ero qualcuno per loro, senza aver fatto niente per esserlo. Non dovevo dimostrare nulla a nessuno.

Semplicemente mi amavano.
E quella era la mia comunità.
Che ora non esiste più.

È questo il mio problema più grande.
Non me ne sono ancora fatta una ragione.

Non è da oggi che sto male per questo.
Ma è da oggi che so che è questo che devo risolvere per poter andare avanti col sorriso.

Sorriso che in tanti dicono di non vedere più sulle mie labbra. È così che se n'è andato il mio sorriso. È scappato via, un po' alla volta, ogni volta che se ne andava un pezzetto della mia famiglia.

Per carità, non sono scomparsi tutti.
Ma abbiamo perso la nostra forza.
Forse anche gli altri, come me, non se ne sono fatti una ragione.
E vivono ogni giorno nel dolore.

Come va? Tutti te lo chiedono. Prima non avevo alcun dubbio, sorridevo e rispondevo "bene, benissimo!". Da quando è morta mia nonna spesso rispondo "sopravvivo". Sono passati quattro anni. Molti altri se ne sono andati. E ogni volta che qualcuno parla di mia nonna, o che lo devo fare io, il cuore si contrae in una morsa, l'ossigeno scompare improvvisamente dai miei polmoni, e gli occhi si ricoprono di un velo di lacrime.

Come faccio a sorridere?

La mia identità è indissolubilmente legata a tutto questo.
Perchè noi abbiamo un senso all'interno delle nostre comunità.
Siamo animali sociali, cazzo.

E ora io una comunità non ce l'ho.

La mia famiglia sono io.
Per carità sto bene con me stessa, ma... devo proprio spiegarvi a cosa serve una comunità? No, lo sapete. E poi l'ho già detto. La comunità ti dà un senso. La comunità di dà un'identità.

Senza pretendere nulla in cambio.

Forse nella mia attuale comunità ci posso mettere dentro il mio migliore amico. Lui. La mia metà. Il mio gemello separato alla nascita. La mia fotocopia. Il mio sogno erotico. Lui che è cresciuto con me. Lui che sa quello che penso senza parole. Senza guardarmi in faccia, semplicemente perchè la pensa come me.

E forse, forse anche Lei. La mia amica che come me vive di vite parallele. La mia compagna di banco, la mia compagna di vita. Quella che non vuole uscire mai, ma ogni tanto esce solo per farmi contenta e poi si diverte come una scema, quella che è quasi astemia, ma dalle da bere e vedrai! Quella che -anche Lei come Lui e me- non sa cos'è il senso di realtà.

Loro sì, forse sono la mia comunità.
Una comunità senza senso di realtà.
Una comunità senza senso.

Siamo noi, in altre vite in altre latitudini. 
Siamo noi, in altre compagnie in altre solitudini.
Siamo noi, siamo sempre inesorabilmente noi.

Gli altri, no. Tutti gli altri, mi scorrono addosso. Proprio come quella stronza acqua della doccia. Non me ne può fottere di dove sono e cosa fanno. Non me ne frega una minchia se li vedo oppure no. Non mi riempie di gioia passare il mio tempo con loro. Non mi donano serenità con uno sguardo. Possono strafottersi che tanto o non ci sono mai entrati nel mio cuore, o se ne sono caduti, sfracellati per terra, senza altra possibilità di entrarci.

Non provo interesse per tutte quelle persone che incontro ogni giorno, vedo falsità nei loro occhi, nei loro gesti, nelle loro parole. Falsità, tornaconto personale, convenienza.

A volte mi chiedo se hanno idea di quello che è l'amore autentico e disinteressato per un altro essere umano.

8 commenti:

Lazlo ha detto...

Prego, sono felice di essere stato causa involontaria di questi tuoi pensieri. Probabilmente siamo coetanei, ma non importa. E' che quello che scrivi mi tocca perchè lo sento mio. Non alla tua maniera, in fondo io non ho mai avuto una famiglia grande, non ho mai avuto il senso di appartenenza o di gruppo. Ho avuto però persone alle quali volevo bene, con cui ho condiviso la vita, ed ora mi mancano. Io sono uno di quelli che hanno fatto tutto subito, piccolo vecchio. Ingenuamente, inseguendo un'idea, il sogno di fare tutto quello che mi era mancato e che la mia famiglia non mi aveva mai dato. Poi mi sono svegliato a un tratto con tutto che mi stava crollando addosso. Fra le macerie mi guardo indietro e non so come proseguire. Non che possa deciderlo, una volta lo credevo, adesso molto meno. Due storie diverse e apparentemente lontane. Eppure mi sono riconosciuto nel senso di vuoto che si respira leggendoti. Grazie.

carlos ha detto...

Idee chiare e giuste nella prima parte del post. Anche se alla fine me la vivo come te, sulla seconda non sono completamente d'accordo.
Gli altri sono come noi. E ci trovi il male ma anche il bene. E se ti chiudi nel tuo cantuccio rischi di perderti molto del bello della vita.
Un saluto.

Ps: sono contento di averti "scoperto". Belle le foto del tuo tumblr.

kumiko ha detto...

Lazlo, grazie a te. Mi ricollego al post "illusioni", capisco cosa intendi quando parli di decisioni che non ti sembrano tali. A volte crediamo di decidere ma invece ci ritroviamo a seguire la corrente, o a fare quello che qualcuno si aspetta da noi. Ma cacchio, quando tu dici di aver inseguito un'idea, quella volta, l'hai presa una decisione, no? Poi qualcuno un giorno ha detto "le tue scelte sono scommesse, come quelle di chiunque altro". È una scommessa anche il semplice fatto di volerla cambiare la vita, se ci riesci, hai vinto la scommessa. Naturale, non dipende tutto solo da noi. Ma provarci forse ci fa sentire meno piccoli.

Ciao Carlos, grazie. È vero, ci trovi il male e anche il bene in ognuno. Fino a qualche anno fa mi ostinavo a cercare il bene in ogni persona, e per carità, ci riuscivo. Andavo contro tutti quelli che mi dicevano "ehi ma quella è una stronza, lasciala perdere", e io "ma no, dai, vedi che ogni persona ha del buono, non lo fa apposta ad essere cattiva, succede solo a volte, ma sai ha un cuore grande". Poi ho scoperto l'egoismo, e le amicizie usa e getta. All'inizio pensavo fosse colpa mia, poi ho capito. Non ci sono scuse. Per alcune persone niente è più importante di se stesse. Nemmeno il rispetto per gli altri. E non sai quante botte sui denti, quanta fiducia mal riposta. Un ragazzo di Catania me l'ha insegnato "impara a capire quali sono le persone di cui ti puoi fidare, le conterai sulle dita di una mano". Sono sempre più convinta che ha ragione da vendere quel ragazzo. Questo non significa che me ne sto da sola, significa che non mi fido completamente di chi ho intorno, nonostante io possa passare delle belle serate a ridere e scherzare, ho imparato a non riporre troppe speranze negli altri. Sì, sono disillusa.

Lazlo ha detto...

Ci provo sempre e continuerò a provarci fin che ho tempo. A volte mi rendo conto che posso sembrare troppo cupo, è il lato della medaglia che rappresento qui in effetti e forse il più importante per me, ma sono anche un eterno ingenuo innamorato delle frivolezze e delle risate. Probabilmente sarei un ottimo soggetto per uno psicologo, temo si divertirebbe molto, e forse anche io.
E' vero quello che dici, o meglio lo penso anche io, e il mio notare che perennemente le cose ti sfuggono di mano è un misto fra l'angoscia che questo provoca e l'ironia che non posso fare a meno di osservare in ogni angolo della vita. Una gran burlone a volte. Ora dovrei spiegarti anni e anni spesi a costruire una mia concezione della vita, ma te li risparmio! ;)
Magari avremo tempo di conoscerci, intanto continuerò a leggerti con piacere perchè hai una leggerezza pesante che amo molto. A presto.

kumiko ha detto...

Sì, so cosa vuoi dire. Io parlo, parlo.. ma son anni che cerco di cambiare la mia vita, solo che quella stronza non ne vuol nemmeno sentir parlare. Ce la faremo, vedrai. Il trucco sta nel ricordarsi -ogni tanto- che non può andare sempre tutto di merda. Prima o poi, volente o nolente, per nostra colpa, o nostro malgrado qualcosa cambierà.

Leggerezza pesante. Mi piace! ;)

Nubetossica ha detto...

Ho un post tra le bozze del mio blog che è più o meno la fotocopia di questo qui, con citazione di Teardrop inclusa. Grazie per aver pubblicato questo post, mi hai tolto un peso da diverse parti del corpo e mi hai fatto sentire meglio. Almeno so che da qualche parte ragiona con intelligenza sulle relazioni e sa cosa siamo davvero ;)

kumiko ha detto...

Grazie a te che mi leggi, Nubetossica.

Lindalov ha detto...

E' importante sapere da dove si viene, per capire dove si va.

torna a scrivere chè manchi!