Io ho una morale del cazzo,
e ogni tanto passo la notte sul cesso a vomitare.
Ma non vorrei mai un figlio con uno che dice di non poter vivere senza me, ma si scopa la qualsiasi, e ama a casaccio. Non sarei in grado di trovare un volto da indossare al mattino.
E non vorrei mai essere quell'uomo, girare con mio figlio in braccio nella paura di incontrare altri occhi in cui perdermi. Non tollererei lo sguardo di mio figlio su di me.
E io, che mi perdo nello sguardo di ogni bimbo, negli occhi impauriti di quel bambino ho sentito tanto, tanto freddo. Nonostante il caldo fosse proprio lì, a pochi centimetri dal mio cuore illuso.
So cosa non voglio.
So che mi aiuterà a trovare quello che voglio.
Alla fine, questa è la mia buona notizia.
Kumiko Chronicles
martedì 22 dicembre 2015
domenica 20 dicembre 2015
Mindblowing
Ho provato il mio nuovo Soraya nella vasca da bagno...
Un orgasmo così non lo avevo da tempo...
Zucchero filato nel mio cervello...
Eliminati i confini spazio temporali...
Dev'essere per forza così il paradiso.
venerdì 13 novembre 2015
sabato 7 novembre 2015
Velocità
È aumentata la mia velocità di mandare a fan culo uomini inutili e trovarne di nuovi.
Credo che sia un bene.
Ogni tanto andare al cinema da sola serve.
domenica 1 novembre 2015
Whatsappami tra 20 anni
Riflettevo... Non mi è chiaro cos'è successo tra quando mi hai detto che ti piacevo e che da quando uscivi con me avevi lasciato stare le altre che ti facevi, a l'altroieri, quando mi hai chiesto stranito se volevo l'eslcusività facendomi intendere che tu non avevi mai preso in considerazione l'idea. Forse ho capito male. Forse ho interpretato male io quella tua prima frase. Però è stato bello uscire con te, iniziare a conoscerti. Io comunque credo che si, hai ragione. Non è vero che non ho bisogno di un vibratore. Ogni donna ne ha bisogno. Credo anche che se non l'hai già fatto, forse dovresti provare a baciare un uomo, e vedere l'effetto che fa. Ogni uomo dovrebbe farlo.
domenica 25 ottobre 2015
Not safe
È praticamente inverno.
E ritorna la mia malsana tendenza a voler spegnere il mondo intorno a me e rimanere a letto a marcire.
Poi esco, faccio tremila cose e sono contenta.
Ma la mia naturale tendenza è "no sun, no life".
Traslocatemi dove il sole non tramonta mai, grazie.
lunedì 12 ottobre 2015
Ricredersi
Eccoci.
Mi sono ricreduta.
Il mio giudizio era avventato e sommario.
Sei bello e bravo.
E io sono di nuovo nelle condizioni di avere il cuore spezzato.
-.-
...
...
Ti prego, no.
Non te ne andare...
venerdì 9 ottobre 2015
Il rischio è romantico e sensuale, mai insensato
Ho 31 anni, sono una donna, mi piace il sesso e quando lo faccio, non mi risparmio.
Voglio prendere tutto. Voglio stare bene. Voglio far stare bene. Voglio svuotare la mente e godere del mio corpo.
Cazzo. Ci hanno dotato di un corpo in grado di provare sensazioni sopraffine. Perché dovremo rinunciarci?
Ma gente. Parliamone.
Come si scopa fuori dal mio mondo?
Fatemi capire.
Esistono vegani del sesso?
Cioè il sesso è istinto, porco cane.
Non è che puoi fermarti a metà,
e conversare.
Non è che puoi fermarti con le mani tra le mie mutande e uscirtene con un "in che periodo sei?" E continuare "ah no, è il tuo periodo fertile e io non uso il preservativo, perciò niente, non te lo metto dentro, tanto che te frega, sei evidentemente clitoridea."
Ma porca puttana.
Davvero esiste qualcuno che non scopa nel periodo fertile?
E davvero esiste qualcuno che pensa che per soddisfare gli appetiti sessuali di una donna sia sufficiente giocare col suo clitoride?
Aiuto.
Esorcizzatelo.
Ma come l'ho trovato questo?!??
Ridatemi il mio amante.
Quello che se ci vedi insieme sembriamo animali appena usciti dalle gabbie.
Ridatemi tutti quegli uomini che prima ti scopano di brutto, e dopo, solo dopo, si fanno le paranoie.
Io a queste paranoie al posto del sesso non sono abituata.
E non le voglio sentire.
Scopami.
In silenzio.
Urlando.
Scopami come vuoi.
Ma scopami senza indugi.
Fammelo vedere che non desideri altro.
Non scrivermelo su whatsapp.
Voglio prendere tutto. Voglio stare bene. Voglio far stare bene. Voglio svuotare la mente e godere del mio corpo.
Cazzo. Ci hanno dotato di un corpo in grado di provare sensazioni sopraffine. Perché dovremo rinunciarci?
Ma gente. Parliamone.
Come si scopa fuori dal mio mondo?
Fatemi capire.
Esistono vegani del sesso?
Cioè il sesso è istinto, porco cane.
Non è che puoi fermarti a metà,
e conversare.
Non è che puoi fermarti con le mani tra le mie mutande e uscirtene con un "in che periodo sei?" E continuare "ah no, è il tuo periodo fertile e io non uso il preservativo, perciò niente, non te lo metto dentro, tanto che te frega, sei evidentemente clitoridea."
Ma porca puttana.
Davvero esiste qualcuno che non scopa nel periodo fertile?
E davvero esiste qualcuno che pensa che per soddisfare gli appetiti sessuali di una donna sia sufficiente giocare col suo clitoride?
Aiuto.
Esorcizzatelo.
Ma come l'ho trovato questo?!??
Ridatemi il mio amante.
Quello che se ci vedi insieme sembriamo animali appena usciti dalle gabbie.
Ridatemi tutti quegli uomini che prima ti scopano di brutto, e dopo, solo dopo, si fanno le paranoie.
Io a queste paranoie al posto del sesso non sono abituata.
E non le voglio sentire.
Scopami.
In silenzio.
Urlando.
Scopami come vuoi.
Ma scopami senza indugi.
Fammelo vedere che non desideri altro.
Non scrivermelo su whatsapp.
domenica 4 ottobre 2015
Better
Sono la solita.
Mi fisso su uno.
E ciao.
Adesso voglio proprio fottermene.
Esco con tutti.
E vediamo chi vince.
Gente nuova.
Aria.
Respiri a pieni polmoni.
Divertirmi.
Stare bene.
Non pensarci.
E che sarà, sarà.
Basta affezionarmi prima del tempo.
sabato 3 ottobre 2015
Tra le mie cosce
Sono brava a tessere reti.
E tu ci stavi cadendo di testa!
Sbadabum clang!
Preso.
Testa tra le mie cosce,
prego.
E tu che fai?
Parti davvero.
Per scoparti adesso avrò bisogno di un aereo.
Babbeo.
Occhi blu...
Non te ne andare tu...
lunedì 28 settembre 2015
Occhi blu
Ehi occhi blu,
Siamo usciti ed è stato bello.
Ho già trovato la chiave per averti in pugno! 😂
Sei un emotivo come me.
Basta uno sguardo un po' più intenso,
Un po' più vicino,
Ed eccoti lì.
Sciolto.
Sei un buono.
Che gioca a fare il figo.
Li conosco quelli come te.
Pane per i miei denti. 😊
Bello sei.
Mi piaci.
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Siamo usciti ed è stato bello.
Ho già trovato la chiave per averti in pugno! 😂
Sei un emotivo come me.
Basta uno sguardo un po' più intenso,
Un po' più vicino,
Ed eccoti lì.
Sciolto.
Sei un buono.
Che gioca a fare il figo.
Li conosco quelli come te.
Pane per i miei denti. 😊
Bello sei.
Mi piaci.
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venerdì 25 settembre 2015
Oggi
È venerdì mattina.
E non sono al lavoro.
E non lavorerò per tutto il giorno.
Sono stesa sul divano e il mio Mac manda Tom Waits.
Nostalgico, roco, dolce e rude.
Ero così triste quando mi sono alzata.
Io la tristezza non la tollero bene.
La pixar insegna che quando gioia e tristezza vanno a braccetto, allora si equilibrano, e la vita può essere piena.
Mah. Sarà.
Cioè. È.
Ma io faccio fatica.
Quando sono triste è come se fossi inghiottita in un buco nero e non ho nessuna intenzione di spostarmici.
Di bello c'è che sempre, sempre ad un certo punto passa.
Ma quando ci sono dentro. Ragazzi. Che fatica.
Comunque stasera esco con un tipo.
Come vorrei che lui fosse lui.
So che devo equilibrare le aspettative.
Chissà.
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E non sono al lavoro.
E non lavorerò per tutto il giorno.
Sono stesa sul divano e il mio Mac manda Tom Waits.
Nostalgico, roco, dolce e rude.
Ero così triste quando mi sono alzata.
Io la tristezza non la tollero bene.
La pixar insegna che quando gioia e tristezza vanno a braccetto, allora si equilibrano, e la vita può essere piena.
Mah. Sarà.
Cioè. È.
Ma io faccio fatica.
Quando sono triste è come se fossi inghiottita in un buco nero e non ho nessuna intenzione di spostarmici.
Di bello c'è che sempre, sempre ad un certo punto passa.
Ma quando ci sono dentro. Ragazzi. Che fatica.
Comunque stasera esco con un tipo.
Come vorrei che lui fosse lui.
So che devo equilibrare le aspettative.
Chissà.
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sabato 29 agosto 2015
giovedì 1 maggio 2014
Io amo te. E te.
Quando mi scopi vuoi che ti dica "sono la tua troia".
Vuoi sborrarmi sulla lingua.
Il tuo cazzo si alza non appena mi passo la lingua sulle labbra.
[post interrotto]
Vuoi sborrarmi sulla lingua.
Il tuo cazzo si alza non appena mi passo la lingua sulle labbra.
[post interrotto]
domenica 30 marzo 2014
Cazzo, Tinder.
Ho scaricato Tinder.
Dopo aver detto peste e corna a tutti gli amici che lo usavano... taaaac!
Appena mi capitano due mezze giornate consecutive di noia assoluta, lo scarico.
La coerenza è sempre stata la mia migliore virtù, si sa.
Anyway, è stata una rivoluzione.
Ho finalmente capito perchè non ho ancora trovato un uomo con cui sto bene per più di due mesi consecutivi.
La banalità di Tinder ha evidenziato in men che non si dica le mie nevrosi.
Non me ne va bene uno!!!
Dopo aver detto peste e corna a tutti gli amici che lo usavano... taaaac!
Appena mi capitano due mezze giornate consecutive di noia assoluta, lo scarico.
La coerenza è sempre stata la mia migliore virtù, si sa.
Anyway, è stata una rivoluzione.
Ho finalmente capito perchè non ho ancora trovato un uomo con cui sto bene per più di due mesi consecutivi.
La banalità di Tinder ha evidenziato in men che non si dica le mie nevrosi.
Non me ne va bene uno!!!
domenica 2 febbraio 2014
Poliamore
Ho dei progetti per il mio futuro sentimentale.
Voglio darmi al poliamore.
Stavo iniziando a pensare che con l'avvicinarsi dei 30 sarebbe necessario mettere la testa a posto.
Un cazzo.
La monogamia mi crea parecchi fastidi.
Ho letto di un libro che sta per uscire.
"La zoccola etica."
L'ho ordinato.
Ho sempre pensato di non sapere cos'è l'amore.
---
10.02.2014
Il libro è arrivato questa mattina.
"La zoccola etica. Guida al poliamore, alle relazioni aperte e altre avventure."
Le autrici sono due pazze da paura.
Dossie Easton psicoterapeuta, Janet Hardy... boh, scrive.
Be' sono a pagina 38, e sono scettica, ma entusiasta.
Ho sempre pensato di non sapere cos'è l'amore.
Di non averlo mai provato.
Essenzialmente perché sono in grado di provare sentimenti intensi per diverse persone contemporaneamente.
E pensavo di avere qualcosa che non andava in me.
Conto di trovare risposta alle mie questioni esistenziali tra le pagine di questo libro.
Vi tengo aggiornati.
mercoledì 15 gennaio 2014
Merda
Ma va a morì ammazzato.
Porca di una puttana eva.
Maledettissima stracagna.
Ed è pure colpa mia.
Quando la smetterò di cercare perle in un porcile forse la mia vita subirà una svolta epocale.
Ogni sacrosanta volta mi illudo che "stavolta sarà diverso".
Ma come faccio - mi chiedo - ?
Come faccio in un attimo a cancellare tutta la merda che c'è stata e ricominciare con la meraviglia di un cazzo di bambino.
Come?
O sono ingenua o stupida.
Porca di una puttana eva.
Maledettissima stracagna.
Ed è pure colpa mia.
Quando la smetterò di cercare perle in un porcile forse la mia vita subirà una svolta epocale.
Ogni sacrosanta volta mi illudo che "stavolta sarà diverso".
Ma come faccio - mi chiedo - ?
Come faccio in un attimo a cancellare tutta la merda che c'è stata e ricominciare con la meraviglia di un cazzo di bambino.
Come?
O sono ingenua o stupida.
sabato 11 gennaio 2014
Odio i bravi ragazzi!
Ecco a voi il decalogo dei comportamenti tipici del bravo ragazzo medio, se lo conosci, lo eviti!
1. Usa il preservativo solo la prima volta, fa parte del corteggiamento forse.
2. Al più tardi alla seconda scopata dice di amarti. Sì, e la tua ex che hai lasciato l'altroieri?
3. Aspetta che sia tu a togliergli le mutande. Sempre e comunque. Sia mai che si esce il cazzo da solo. La mamma deve avergli insegnato che non si fa.
4. Al terzo appuntamento ti presenta a tutti gli amici, agli amici degli amici, e anche a quelli che vede solo a capodanno.
5. Mentre cerchi di fargli un pompino come si deve, deve toccarti a tutti i costi la figa, così, per ricambiare. - Ma lasciami godere di questo cazzo di pompino in grazia di dio e apprezza quello che faccio senza pensare ad altro, almeno una volta che sia una, porca minchia. Cosa c'è di più bello di un pompino occhi negli occhi? Guardami se sei uomo, figlio di troia. -
6. Al più tardi alla quinta scopata vuole conoscere tua madre.
7. È specialista del ricatto morale "devi venire assolutamente a casa mia stasera perchè io, povero piccolo indifeso, sto male".
8. Racconta una balla dietro l'altra, già, il tutto per mettersi in buona luce davanti a te. Ma perchè???!!! Se sono qui con te un motivo ci sarà, no??
9. Quando scopri il suo gioco, invece di fare un passo indietro e buttarsi nell'onestà, calca ancora di più la mano con balle e ricatti.
10. Facendo la somma di tutte le minchiate che ti ha raccontato ad un certo punto non ha più il coraggio di guardarti negli occhi, e non riesce neanche più a trombarti.
1. Usa il preservativo solo la prima volta, fa parte del corteggiamento forse.
2. Al più tardi alla seconda scopata dice di amarti. Sì, e la tua ex che hai lasciato l'altroieri?
3. Aspetta che sia tu a togliergli le mutande. Sempre e comunque. Sia mai che si esce il cazzo da solo. La mamma deve avergli insegnato che non si fa.
4. Al terzo appuntamento ti presenta a tutti gli amici, agli amici degli amici, e anche a quelli che vede solo a capodanno.
5. Mentre cerchi di fargli un pompino come si deve, deve toccarti a tutti i costi la figa, così, per ricambiare. - Ma lasciami godere di questo cazzo di pompino in grazia di dio e apprezza quello che faccio senza pensare ad altro, almeno una volta che sia una, porca minchia. Cosa c'è di più bello di un pompino occhi negli occhi? Guardami se sei uomo, figlio di troia. -
6. Al più tardi alla quinta scopata vuole conoscere tua madre.
7. È specialista del ricatto morale "devi venire assolutamente a casa mia stasera perchè io, povero piccolo indifeso, sto male".
8. Racconta una balla dietro l'altra, già, il tutto per mettersi in buona luce davanti a te. Ma perchè???!!! Se sono qui con te un motivo ci sarà, no??
9. Quando scopri il suo gioco, invece di fare un passo indietro e buttarsi nell'onestà, calca ancora di più la mano con balle e ricatti.
10. Facendo la somma di tutte le minchiate che ti ha raccontato ad un certo punto non ha più il coraggio di guardarti negli occhi, e non riesce neanche più a trombarti.
domenica 22 dicembre 2013
Vana speranza
Il mio stupido cuore continua a sperare che un giorno il cubo di Rubik si risolva da solo, all'improvviso, come per magia, con tante stelline che esplodono in cielo per celebrare l'evento. Happy ending. Titoli di coda. Canzone di Lucio Dalla struggente e piena di speranza.
Nel frattempo continuo a far finta di nulla e me ne vado a dormire.
Nel frattempo continuo a far finta di nulla e me ne vado a dormire.
mercoledì 13 novembre 2013
Femminismo e cazzi
Quel femminismo patinato che piace agli uomini

Laurie Penny
Le femministe non piacciono a nessuno. Almeno secondo i ricercatori dell’università di Toronto, che hanno condotto uno studio da cui risulta che le persone credono ancora a certi stereotipi secondo cui le femministe sono “brutte, sporche e cattive”. Questi luoghi comuni chiaramente limitano molto il fascino dell’appartenenza al movimento di liberazione come scelta di vita. Il femminismo è malconcio e ha bisogno di darsi una ripulita. Per essere ancora “valido per le ragazze di oggi”, deve depilarsi le gambe e cambiare taglio di capelli. Anche il mensile Elle sembra pensarla così. Questa rivista di moda e bellezza, che non è mai stata nota per essere rivoluzionaria, ha pubblicato un lungo articolo su come “rinnovare l’immagine del femminismo”, chiedendo a tre agenzie pubblicitarie di fare il lifting alla politica di genere. Il risultato è stato una serie di grafici e di affermazioni ambigue sulla femminilità che spazzano via gli aspetti più sgradevoli e imbarazzanti del movimento per la liberazione della donna. Come la parola femminismo, con la quale sembra che qualcuno abbia dei problemi. Quando parliamo di lavoro, salari e violenza sessuale, vorrebbero che tenessimo conto anche dei sentimenti degli uomini, che fossimo meno aggressive, che ci vestissimo meglio. Se proprio dobbiamo parlare, preferirebbero che parlassimo di “uguaglianza”. Le persone alle quali interessa mantenere lo status quo preferirebbero che le ragazze si comportassero come ci si aspetta da loro, che rendessero tutto, compresa la politica, grazioso e piacevole. Quest’idea di rinnovare l’immagine del femminismo come stile di vita, come accessorio desiderabile, a cui è facile adattarsi come a una dieta disintossicante, e altrettanto poco minaccioso, non è nuova. E quello della rivista Elle non è il primo tentativo patinato degli ultimi anni di lanciarsi in un’impresa simile. Ma, purtroppo, non si può rinnovare più di tanto l’immagine del femminismo senza fargli perdere la sua caratteristica essenziale, che è quella di essere aggressivo, provocatorio e carico di rabbia. Lo si può ammorbidire e rendere più attraente, ma alla fine il motivo per cui molte persone trovano allarmante la parola stessa è che spaventa chiunque goda dei privilegi maschili. Il femminismo chiede agli uomini di accettare un mondo in cui non hanno nessun vantaggio particolare solo perché sono nati uomini. E non esiste abbellimento che possa rendere il rospo facile da inghiottire. Non sono “le ragazze di oggi” che devono essere convinte che il femminismo è ancora necessario e “valido”. Le nuove tecnologie hanno provocato uno tsunami di attivismo nel campo della politica di genere, da iniziative come i progetti Unslut ed Everyday sexism a cambiamenti epocali come la ribellione contro la violenza sessuale in India. In tutti questi movimenti sono le ragazze a guidare la carica, insieme ad alcune guerriere della vecchia generazione che non si sono lasciate scoraggiare da decenni di scherno e di emarginazione. Mentre i giornali di moda e l’industria della bellezza rimangono legati all’idea che le ragazze devono essere dolci e arrendevoli e inguaribilmente ansiose di piacere ai maschi, le vere donne di ogni età stanno lottando contro una cultura che continua a cercare di interpretare i nostri desideri e di trasformare la nostra politica in qualcosa di spumeggiante e commerciabile. Lo stereotipo della femminista bruttina e indesiderabile sopravvive per un motivo preciso: perché è ancora l’ultima e migliore linea di difesa contro ogni donna che cerca di far sentire la sua voce e pretende di fare politica. Tanto per dirle che se continua così nessuno l’amerà mai. Correggetemi se sbaglio, ma ho sempre pensato che alla base della politica femminista, e di qualsiasi altro tipo di politica radicale, ci sia il fatto che affermare certi princìpi sia più importante che essere adorati da tutti, e in particolare dal tipo di uomini che preferirebbero che noi donne sorridessimo discretamente e ci facessimo crescere i capelli. Per citare le parole di Susan B. Anthony, una delle prime attiviste per il sufragio universale e i diritti civili: “Le persone caute e prudenti che si sforzano sempre di salvare la propria reputazione e di rispettare le norme sociali non provocheranno mai il cambiamento. Quelle che fanno sul serio sono disposte a dichiarare apertamente il loro disprezzo per certe idee e i loro sostenitori e a sopportarne le conseguenze”. Non sono molto vecchia, ma ho vissuto abbastanza per essermi resa conto che i momenti in cui sono stata più ammirata dagli uomini, i momenti in cui sono stata considerata più simpatica e piacevole, sono stati quelli in cui ero più vulnerabile, più impotente e insicura. Mentre tutte le volte in cui sono stata più forte e coraggiosa, più orgogliosa delle mie conquiste, sono stata definita una stronza dal carattere impossibile. Questa è la scelta che devono fare le donne, oggi come in qualsiasi altro momento della storia: decidere quanto sono disposte a sacrificare per piacere agli uomini.
Ho appena letto questo sull'Internazionale del 25 Ottobre.
Massima stima per la donna Penny.
Sostengo l'idea che il femminismo debba essere brutto e incazzato, nonostante tutti gli stereotipi del caso.
E per continuare con gli stereotipi, non si è mai vista una bionda in tacco 12 e unghie laccate esprimere concetti di un certo peso etico e sociale. E nel dire bionda in tacco 12 intendo riferirmi ad una precisa categoria di donne scodinzolanti, indipendentemente dal loro colore di capelli o dal loro aspetto fisico.
Me la prendo con le bionde perchè la bionda stupida è stata sempre quella che gli uomini sceglievano una volta finita la storia con me. Questo non mi lusinga, no. Ma io sono una forte, orgogliosa e coraggiosa, una stronza dal carattere impossibile -per dirlo con Penny-, ripiegare su una robetta vulnerabile, impotente e insicura è scelta d'obbligo se non si è riusciti a sopravvivere ad una come me.
Solo uno ne ho trovato che persevera con le forti, orgogliose e coraggiose, ed è un maschilista di merda. Il più maschilista.
Ma è evidente agli occhi di tutti che l'apparenza inganna.
Laurie Penny
Le femministe non piacciono a nessuno. Almeno secondo i ricercatori dell’università di Toronto, che hanno condotto uno studio da cui risulta che le persone credono ancora a certi stereotipi secondo cui le femministe sono “brutte, sporche e cattive”. Questi luoghi comuni chiaramente limitano molto il fascino dell’appartenenza al movimento di liberazione come scelta di vita. Il femminismo è malconcio e ha bisogno di darsi una ripulita. Per essere ancora “valido per le ragazze di oggi”, deve depilarsi le gambe e cambiare taglio di capelli. Anche il mensile Elle sembra pensarla così. Questa rivista di moda e bellezza, che non è mai stata nota per essere rivoluzionaria, ha pubblicato un lungo articolo su come “rinnovare l’immagine del femminismo”, chiedendo a tre agenzie pubblicitarie di fare il lifting alla politica di genere. Il risultato è stato una serie di grafici e di affermazioni ambigue sulla femminilità che spazzano via gli aspetti più sgradevoli e imbarazzanti del movimento per la liberazione della donna. Come la parola femminismo, con la quale sembra che qualcuno abbia dei problemi. Quando parliamo di lavoro, salari e violenza sessuale, vorrebbero che tenessimo conto anche dei sentimenti degli uomini, che fossimo meno aggressive, che ci vestissimo meglio. Se proprio dobbiamo parlare, preferirebbero che parlassimo di “uguaglianza”. Le persone alle quali interessa mantenere lo status quo preferirebbero che le ragazze si comportassero come ci si aspetta da loro, che rendessero tutto, compresa la politica, grazioso e piacevole. Quest’idea di rinnovare l’immagine del femminismo come stile di vita, come accessorio desiderabile, a cui è facile adattarsi come a una dieta disintossicante, e altrettanto poco minaccioso, non è nuova. E quello della rivista Elle non è il primo tentativo patinato degli ultimi anni di lanciarsi in un’impresa simile. Ma, purtroppo, non si può rinnovare più di tanto l’immagine del femminismo senza fargli perdere la sua caratteristica essenziale, che è quella di essere aggressivo, provocatorio e carico di rabbia. Lo si può ammorbidire e rendere più attraente, ma alla fine il motivo per cui molte persone trovano allarmante la parola stessa è che spaventa chiunque goda dei privilegi maschili. Il femminismo chiede agli uomini di accettare un mondo in cui non hanno nessun vantaggio particolare solo perché sono nati uomini. E non esiste abbellimento che possa rendere il rospo facile da inghiottire. Non sono “le ragazze di oggi” che devono essere convinte che il femminismo è ancora necessario e “valido”. Le nuove tecnologie hanno provocato uno tsunami di attivismo nel campo della politica di genere, da iniziative come i progetti Unslut ed Everyday sexism a cambiamenti epocali come la ribellione contro la violenza sessuale in India. In tutti questi movimenti sono le ragazze a guidare la carica, insieme ad alcune guerriere della vecchia generazione che non si sono lasciate scoraggiare da decenni di scherno e di emarginazione. Mentre i giornali di moda e l’industria della bellezza rimangono legati all’idea che le ragazze devono essere dolci e arrendevoli e inguaribilmente ansiose di piacere ai maschi, le vere donne di ogni età stanno lottando contro una cultura che continua a cercare di interpretare i nostri desideri e di trasformare la nostra politica in qualcosa di spumeggiante e commerciabile. Lo stereotipo della femminista bruttina e indesiderabile sopravvive per un motivo preciso: perché è ancora l’ultima e migliore linea di difesa contro ogni donna che cerca di far sentire la sua voce e pretende di fare politica. Tanto per dirle che se continua così nessuno l’amerà mai. Correggetemi se sbaglio, ma ho sempre pensato che alla base della politica femminista, e di qualsiasi altro tipo di politica radicale, ci sia il fatto che affermare certi princìpi sia più importante che essere adorati da tutti, e in particolare dal tipo di uomini che preferirebbero che noi donne sorridessimo discretamente e ci facessimo crescere i capelli. Per citare le parole di Susan B. Anthony, una delle prime attiviste per il sufragio universale e i diritti civili: “Le persone caute e prudenti che si sforzano sempre di salvare la propria reputazione e di rispettare le norme sociali non provocheranno mai il cambiamento. Quelle che fanno sul serio sono disposte a dichiarare apertamente il loro disprezzo per certe idee e i loro sostenitori e a sopportarne le conseguenze”. Non sono molto vecchia, ma ho vissuto abbastanza per essermi resa conto che i momenti in cui sono stata più ammirata dagli uomini, i momenti in cui sono stata considerata più simpatica e piacevole, sono stati quelli in cui ero più vulnerabile, più impotente e insicura. Mentre tutte le volte in cui sono stata più forte e coraggiosa, più orgogliosa delle mie conquiste, sono stata definita una stronza dal carattere impossibile. Questa è la scelta che devono fare le donne, oggi come in qualsiasi altro momento della storia: decidere quanto sono disposte a sacrificare per piacere agli uomini.
Ho appena letto questo sull'Internazionale del 25 Ottobre.
Massima stima per la donna Penny.
Sostengo l'idea che il femminismo debba essere brutto e incazzato, nonostante tutti gli stereotipi del caso.
E per continuare con gli stereotipi, non si è mai vista una bionda in tacco 12 e unghie laccate esprimere concetti di un certo peso etico e sociale. E nel dire bionda in tacco 12 intendo riferirmi ad una precisa categoria di donne scodinzolanti, indipendentemente dal loro colore di capelli o dal loro aspetto fisico.
Me la prendo con le bionde perchè la bionda stupida è stata sempre quella che gli uomini sceglievano una volta finita la storia con me. Questo non mi lusinga, no. Ma io sono una forte, orgogliosa e coraggiosa, una stronza dal carattere impossibile -per dirlo con Penny-, ripiegare su una robetta vulnerabile, impotente e insicura è scelta d'obbligo se non si è riusciti a sopravvivere ad una come me.
Solo uno ne ho trovato che persevera con le forti, orgogliose e coraggiose, ed è un maschilista di merda. Il più maschilista.
Ma è evidente agli occhi di tutti che l'apparenza inganna.
martedì 12 novembre 2013
Wolfie I truly love you
Ho ritrovato una foto di quel periodo pazzesco e idilliaco che abbiamo vissuto fianco a fianco.
Quando assomigliavi davvero a Wolverine.
Quando eri ancora profondamente comunista.
Quando portavi un orecchino a cui avevi dato il mio nome.
Bei tempi quelli... Gioia, follia, spensieratezza.
Ti amavo.
E sì, anche tu mi amavi.
Ma eravamo troppo stupidi per prenderne atto.
Tutti e due convinti che le cose sarebbero andate da sole al posto giusto.
Deficienti che siamo.
Homo faber fortunae suae, dicevano i romani di Roma ai tempi in cui uccidersi era legale.
A no? No. Non era legale. Sticazzi. Il paradiso non esisteva nemmeno allora. Ma allora "Tu quoque Brute fili mi" che senso ha?
Ok basta deflettere con troiate.
Le cazzate non hanno mai trasformato una vigliaccheria in una favola sfavillante.
Affidarsi al destino non ha mai fatto di un pagliaccio, un uomo; e non ha mai trasformato due illusi fiduciosi in una coppia felice, solida e duratura.
Triste realtà, mio Wolfie.
Prendiamone atto.
Quando assomigliavi davvero a Wolverine.
Quando eri ancora profondamente comunista.
Quando portavi un orecchino a cui avevi dato il mio nome.
Bei tempi quelli... Gioia, follia, spensieratezza.
Ti amavo.
E sì, anche tu mi amavi.
Ma eravamo troppo stupidi per prenderne atto.
Tutti e due convinti che le cose sarebbero andate da sole al posto giusto.
Deficienti che siamo.
Homo faber fortunae suae, dicevano i romani di Roma ai tempi in cui uccidersi era legale.
A no? No. Non era legale. Sticazzi. Il paradiso non esisteva nemmeno allora. Ma allora "Tu quoque Brute fili mi" che senso ha?
Ok basta deflettere con troiate.
Le cazzate non hanno mai trasformato una vigliaccheria in una favola sfavillante.
Affidarsi al destino non ha mai fatto di un pagliaccio, un uomo; e non ha mai trasformato due illusi fiduciosi in una coppia felice, solida e duratura.
Triste realtà, mio Wolfie.
Prendiamone atto.
domenica 6 ottobre 2013
Don't try to fool me
Insomma succede che abbiamo fatto finta di finirla ma abbiamo ricominciato peggio di sempre. ;)
Amico domenica scorsa è stata epica.
Se questo è amore
Questo 2013 è iniziato con un capodanno di presunto amore.
È stata una promessa di un amore romantico la tua.
Di quelle promesse da adolescenti, da film.
Di quelle promesse piene e totalizzanti: ti dono tutto di me, tu sarai tutto per me.
Una notte e un giorno d'amore dolce e decolla il noi.
Con la Befana arriva il tuo sofferto e incredibile "Ti amo".
Abbiamo trent'anni.
Mi fai battere il cuore, sì, ma come posso crederti?
Non mi fido un cazzo dei facili entusiasmi.
Si vabbè. Niente.
Cado ugualmente nella tua rete.
E inizio a perdere la testa per te.
Al trentesimo giorno non ti capisco già più.
Tu fai il vago.
Io inizio a tradirti ancora prima di San Valentino.
Con trasporto, irriverenza, senso di vendetta e gran soddisfazione.
Tu smetti di dichiararmi il tuo amore, ma vuoi conoscere la mia famiglia.
Vaffanculo a te. Com'è che conosci le mie debolezze?
Tre mesi dopo, puntuale, la disfatta.
Dopo aver scoperto insieme una sessualità meno dolce e più sanguigna, più vicina a ciò che piace a me, finisci per non volermi più scopare.
Ti ho decisamente sopravvalutato amico.
Come ti viene in mente di stare nella mia stessa stanza senza mettermi le mani addosso?
Come ti viene in mente di dormire al mio fianco, abbracciarmi, dirmi paroline biscottose e non trombarmi di santa ragione?
E poi.
Come ti viene in mente di mettermi al secondo posto nella tua vita?
Tu non hai capito un cazzo amico.
Prima che arrivi l'estate un vento forte e salvifico porta via tutto.
Tu piangi e fai la vittima.
Mi fai schifo.
Sei un uomo o una mezza sega? Di quelle con la punta del cazzo che esce da jeans e mutande e si appoggia alla pancia mezza floscia?
È stato un bel sogno ad occhi aperti, prima di essere un incubo.
È evidente che non ha funzionato.
D'altra parte, è risaputo, i sogni funzionano soltanto ad occhi chiusi.
E io lo so. Ho smesso di credere ai sogni.
Ma tu mi hai trascinato dentro al tuo sogno.
E io ti odio. Profondamente.
Mi hai rubato il sogno. E mi hai rubato l'amore.
Non si fa così.
Non promettere quello che sai di non poter mantenere.
Mi hai portato nella tua illusione per poi dirmi "no, scusa, scherzavo, io non sono questa cosa qui, io non posso darti questo" e te ne sei andato chiedendo perdono.
Verme. Non puoi chiedermi più niente tu.
Nemmeno perdono.
È una rabbia cieca quella che ho addosso adesso.
Dopo che tutto è strafinito da mesi, oggi, finalmente riesco a nominare quella cosa che mi gira nel cuore quando qualcuno ti nomina.
ODIO.
Ecco cosa provo per te.
È come se il tempo mi abbia permesso di vederci chiaro.
Mi sento presa per il culo.
Sai, sono abituata alle prese per il culo dell'italiano medio.
E così cavalco la mia natura diffidente.
Ma di te mi fidavo.
Tu, verme schifoso, mi hai inculato mentre tenevi impegnati i miei occhi con fuochi d'artificio.
Me ne sono accorta quando ormai eri già dentro di me e mi avevi fatto sanguinare dal dolore.
Ti odio.
Sì. È stato bello a tratti, sì.
Una relazione che si presume stabile e ufficiale ha un sacco di vantaggi.
Soprattutto riempie tutti quei buchi temporali che mi fanno sentire sola: la mattina appena sveglia, la sera prima di addormentarmi, il sabato, la domenica.
Ma non sono disposta a sopportare la pesantezza della tristezza di un altro per evitare di sentire la mia.
Alla mia tristezza sono abituata, la conosco, è una vecchia amica, so come portarla all'eccesso ed eliminarla con un colpo di testa.
Antidoti alla tua pesantezza non ne ho.
Mi dispiace.
Non sono la tua terapeuta.
Sono una Donna.
Non sono disposta ad essere altro.
Devo ricordarmelo adesso che arriva il freddo e avrei voglia di trovare le braccia di qualcuno sotto al piumone.
È stata una promessa di un amore romantico la tua.
Di quelle promesse da adolescenti, da film.
Di quelle promesse piene e totalizzanti: ti dono tutto di me, tu sarai tutto per me.
Una notte e un giorno d'amore dolce e decolla il noi.
Con la Befana arriva il tuo sofferto e incredibile "Ti amo".
Abbiamo trent'anni.
Mi fai battere il cuore, sì, ma come posso crederti?
Non mi fido un cazzo dei facili entusiasmi.
Si vabbè. Niente.
Cado ugualmente nella tua rete.
E inizio a perdere la testa per te.
Al trentesimo giorno non ti capisco già più.
Tu fai il vago.
Io inizio a tradirti ancora prima di San Valentino.
Con trasporto, irriverenza, senso di vendetta e gran soddisfazione.
Tu smetti di dichiararmi il tuo amore, ma vuoi conoscere la mia famiglia.
Vaffanculo a te. Com'è che conosci le mie debolezze?
Tre mesi dopo, puntuale, la disfatta.
Dopo aver scoperto insieme una sessualità meno dolce e più sanguigna, più vicina a ciò che piace a me, finisci per non volermi più scopare.
Ti ho decisamente sopravvalutato amico.
Come ti viene in mente di stare nella mia stessa stanza senza mettermi le mani addosso?
Come ti viene in mente di dormire al mio fianco, abbracciarmi, dirmi paroline biscottose e non trombarmi di santa ragione?
E poi.
Come ti viene in mente di mettermi al secondo posto nella tua vita?
Tu non hai capito un cazzo amico.
Prima che arrivi l'estate un vento forte e salvifico porta via tutto.
Tu piangi e fai la vittima.
Mi fai schifo.
Sei un uomo o una mezza sega? Di quelle con la punta del cazzo che esce da jeans e mutande e si appoggia alla pancia mezza floscia?
È stato un bel sogno ad occhi aperti, prima di essere un incubo.
È evidente che non ha funzionato.
D'altra parte, è risaputo, i sogni funzionano soltanto ad occhi chiusi.
E io lo so. Ho smesso di credere ai sogni.
Ma tu mi hai trascinato dentro al tuo sogno.
E io ti odio. Profondamente.
Mi hai rubato il sogno. E mi hai rubato l'amore.
Non si fa così.
Non promettere quello che sai di non poter mantenere.
Mi hai portato nella tua illusione per poi dirmi "no, scusa, scherzavo, io non sono questa cosa qui, io non posso darti questo" e te ne sei andato chiedendo perdono.
Verme. Non puoi chiedermi più niente tu.
Nemmeno perdono.
È una rabbia cieca quella che ho addosso adesso.
Dopo che tutto è strafinito da mesi, oggi, finalmente riesco a nominare quella cosa che mi gira nel cuore quando qualcuno ti nomina.
ODIO.
Ecco cosa provo per te.
È come se il tempo mi abbia permesso di vederci chiaro.
Mi sento presa per il culo.
Sai, sono abituata alle prese per il culo dell'italiano medio.
E così cavalco la mia natura diffidente.
Ma di te mi fidavo.
Tu, verme schifoso, mi hai inculato mentre tenevi impegnati i miei occhi con fuochi d'artificio.
Me ne sono accorta quando ormai eri già dentro di me e mi avevi fatto sanguinare dal dolore.
Ti odio.
Sì. È stato bello a tratti, sì.
Una relazione che si presume stabile e ufficiale ha un sacco di vantaggi.
Soprattutto riempie tutti quei buchi temporali che mi fanno sentire sola: la mattina appena sveglia, la sera prima di addormentarmi, il sabato, la domenica.
Ma non sono disposta a sopportare la pesantezza della tristezza di un altro per evitare di sentire la mia.
Alla mia tristezza sono abituata, la conosco, è una vecchia amica, so come portarla all'eccesso ed eliminarla con un colpo di testa.
Antidoti alla tua pesantezza non ne ho.
Mi dispiace.
Non sono la tua terapeuta.
Sono una Donna.
Non sono disposta ad essere altro.
Devo ricordarmelo adesso che arriva il freddo e avrei voglia di trovare le braccia di qualcuno sotto al piumone.
lunedì 18 marzo 2013
A cosa servono gli uomini?
A cosa servono gli uomini non lo so.
A me un uomo serve a:
- esercitare il mio potere seduttivo
- farmi ridere
- distrarmi dal lavoro e dallo stress
- debellare le paranoie
- vivere la complicità
- farmi bagnare le mutande in pubblico
- farglielo diventare duro con uno sguardo
- fare sesso
- succhiargli il cazzo
- abbracciarmi mentre mi addormento
- occupare l'altra metà del mio letto
- sporcarmi e accartocciarmi le lenzuola
- accarezzargli il petto e giocare col suo cazzo al risveglio
- dare regolarità alle mestruazioni
- darmi buonumore
- fare i lavori di manutenzione della casa
- farmi adorare
- farmi incazzare
- limonare
- guardarlo negli occhi
- darmi i baci in fronte
- pagarmi lo spritz
- offrirmi una buona cena di pesce
- andare al giappo
- regalarmi rose rosse
- passare il tempo libero in due
- darmi forza
- proteggermi
- farmi sentire femmina
- cucinare per me
- coccolarmi
- appoggiare le mie idee folli
- sedurmi
- farmi fare cazzate epiche
- eliminare la razionalità
- seguire l'istinto
- consumare la soglia mensile di telefonate
- consigliarmi buoni thriller
- andare al cinema
- scaricarmi serie tv
- portarmi a casa ubriaca
- fargli le corna
- farlo ingelosire
- confessargli i miei sogni erotici
- farmi venire
- consigliarmi buona musica
- portarmi via dalla mia routine
- far incazzare mia madre
- farmi ingelosire
- giocare con il lobo del suo orecchio
venerdì 28 dicembre 2012
Due parole sul mio amico
Il mio amico.
Su questo blog ho parlato parecchio di lui.
L'ho chiamato Watanabe.
Come il protagonista di Norwegian Wood di Murakami.
Interessante notare che io mi sono chiamata Kumiko.
Kumiko è un personaggio di un altro romanzo di Murakami.
Kumiko e Watanabe non si incontrano mai.
Bene, il discorso potrebbe anche finire qui.
Mi sembra parecchio esaustivo.
Ma vabbè.
Il mio amico e io non abbiamo una storia.
Nonostante io spesso l'abbia sognata.
Lui non lo so. Pare di no.
Quando gli ho espresso le mie paranoie mi ha preso per pazza.
E abbiamo chiuso i rapporti per qualche settimana.
Con due spritz abbiamo riportato tutto alla normalità e siamo ripartiti da dove eravamo rimasti.
Non ne abbiamo più parlato.
Ma c'è qualcosa di sospeso tra noi.
C'è sempre stato.
Anche se lui non vuole prenderne atto, anche se io non me ne faccio una ragione.
C'è qualcosa di evidente agli occhi di tutti.
Qualcosa che quando la gente ci vede ci chiede se siamo fidanzati.
O peggio, perchè non lo siamo.
C'è una complicità da coppia.
E c'è tensione.
Una tensione che, al contrario di quella di Jovanotti, è tutt'altro che evolutiva.
Tensione sessuale, direi.
Nonostante questo, o forse grazie a questo, la nostra amicizia prosegue imperterrita e mantiene sempre il primato nei nostri cuori.
Lui è il mio migliore amico. Quella persona che nessuno mai potrà sostituire. Un pezzo del mio cervello che chissà come è uscito fuori da me. Mezzo cervello e un quarto di cuore. La mia coscienza e la mia inesauribile fonte di forza e consolazione.
Io per lui sono la sua amica. Non c'è nulla che non condivide con me. E si fida. Dice che solo con me riesce ad essere liberamente ciò che lui è. È un personaggio complicato lui. Tende ad essere sempre quello che la gente si aspetta da lui. Con me non fa questo giochetto.
C'è un bell'equilibrio tra noi.
Instabile.
Come tutti quegli equilibri che mi vedono protagonista.
Ma c'è.
Ora il mio fiuto annusa un ostacolo a questo equilibrio.
E mi viene il panico.
È un uomo quello che potrebbe incasinare l'equilibrio.
Un suo amico d'infanzia che, lasciatosi dalla ragazza, sembra avermi incluso nei suoi orizzonti, con discreti interessi e manifestazioni piuttosto chiare.
Fin qui nessun problema.
Il problema è che io sono attratta da quest'uomo.
E mi piacerebbe buttarmi a capofitto in questa storia.
Provare. Vedere com'è.
Perdermi nell'ebrezza di qualcosa che nasce e non si sa che direzione prenderà.
Senza sentirmi costretta in uno schema.
Libera di sperimentare.
Ma ho paura di perdere capra e cavoli.
Non so se rendo l'idea.
La mia immaginazione in questo momento invece di fermarsi su ipotetiche scene di sesso con l'Antonio della situazione corre ad immaginare la situazione successiva:
io che racconto al mio amico che ho fatto sesso con il suo amico.
Io che mi imbarazzo e mi sento male a raccontargli la mia versione di una storia che probabilmente avrà già sentito in un altra versione, o di cui sicuramente sentirà una versione alternativa.
Triangolazione, direi.
La peggiore delle situazioni umane possibili.
Oggi ho preso coraggio e ho affrontato il discorso con il mio amico.
Amico, hai qualcosa da dirmi?
Ride lui.
Dice che non ci vede niente di male in un ipotetico intrallazzo del genere.
Salvo poi mostrarmi una certa alterazione nel non verbale.
Maledetto.
Cogli la sfida, cazzo.
Ti sto abbandonando per buttarmi tra le braccia del tuo amico.
Ti ho avvisato.
Ti ho palesato le mie intenzioni.
Adesso fai tu.
Fatti i tuoi calcoli.
Se mi vuoi per te, prendimi.
Interamente.
Io adesso penso a me.
Io adesso faccio il mio, alla faccia tua.
Su questo blog ho parlato parecchio di lui.
L'ho chiamato Watanabe.
Come il protagonista di Norwegian Wood di Murakami.
Interessante notare che io mi sono chiamata Kumiko.
Kumiko è un personaggio di un altro romanzo di Murakami.
Kumiko e Watanabe non si incontrano mai.
Bene, il discorso potrebbe anche finire qui.
Mi sembra parecchio esaustivo.
Ma vabbè.
Il mio amico e io non abbiamo una storia.
Nonostante io spesso l'abbia sognata.
Lui non lo so. Pare di no.
Quando gli ho espresso le mie paranoie mi ha preso per pazza.
E abbiamo chiuso i rapporti per qualche settimana.
Con due spritz abbiamo riportato tutto alla normalità e siamo ripartiti da dove eravamo rimasti.
Non ne abbiamo più parlato.
Ma c'è qualcosa di sospeso tra noi.
C'è sempre stato.
Anche se lui non vuole prenderne atto, anche se io non me ne faccio una ragione.
C'è qualcosa di evidente agli occhi di tutti.
Qualcosa che quando la gente ci vede ci chiede se siamo fidanzati.
O peggio, perchè non lo siamo.
C'è una complicità da coppia.
E c'è tensione.
Una tensione che, al contrario di quella di Jovanotti, è tutt'altro che evolutiva.
Tensione sessuale, direi.
Nonostante questo, o forse grazie a questo, la nostra amicizia prosegue imperterrita e mantiene sempre il primato nei nostri cuori.
Lui è il mio migliore amico. Quella persona che nessuno mai potrà sostituire. Un pezzo del mio cervello che chissà come è uscito fuori da me. Mezzo cervello e un quarto di cuore. La mia coscienza e la mia inesauribile fonte di forza e consolazione.
Io per lui sono la sua amica. Non c'è nulla che non condivide con me. E si fida. Dice che solo con me riesce ad essere liberamente ciò che lui è. È un personaggio complicato lui. Tende ad essere sempre quello che la gente si aspetta da lui. Con me non fa questo giochetto.
C'è un bell'equilibrio tra noi.
Instabile.
Come tutti quegli equilibri che mi vedono protagonista.
Ma c'è.
Ora il mio fiuto annusa un ostacolo a questo equilibrio.
E mi viene il panico.
È un uomo quello che potrebbe incasinare l'equilibrio.
Un suo amico d'infanzia che, lasciatosi dalla ragazza, sembra avermi incluso nei suoi orizzonti, con discreti interessi e manifestazioni piuttosto chiare.
Fin qui nessun problema.
Il problema è che io sono attratta da quest'uomo.
E mi piacerebbe buttarmi a capofitto in questa storia.
Provare. Vedere com'è.
Perdermi nell'ebrezza di qualcosa che nasce e non si sa che direzione prenderà.
Senza sentirmi costretta in uno schema.
Libera di sperimentare.
Ma ho paura di perdere capra e cavoli.
Non so se rendo l'idea.
La mia immaginazione in questo momento invece di fermarsi su ipotetiche scene di sesso con l'Antonio della situazione corre ad immaginare la situazione successiva:
io che racconto al mio amico che ho fatto sesso con il suo amico.
Io che mi imbarazzo e mi sento male a raccontargli la mia versione di una storia che probabilmente avrà già sentito in un altra versione, o di cui sicuramente sentirà una versione alternativa.
Triangolazione, direi.
La peggiore delle situazioni umane possibili.
Oggi ho preso coraggio e ho affrontato il discorso con il mio amico.
Amico, hai qualcosa da dirmi?
Ride lui.
Dice che non ci vede niente di male in un ipotetico intrallazzo del genere.
Salvo poi mostrarmi una certa alterazione nel non verbale.
Maledetto.
Cogli la sfida, cazzo.
Ti sto abbandonando per buttarmi tra le braccia del tuo amico.
Ti ho avvisato.
Ti ho palesato le mie intenzioni.
Adesso fai tu.
Fatti i tuoi calcoli.
Se mi vuoi per te, prendimi.
Interamente.
Io adesso penso a me.
Io adesso faccio il mio, alla faccia tua.
giovedì 27 dicembre 2012
Antologia Emotiva - Cap. 2
Catwoman by Darebegins |
E niente. Sono entrata in questo blog con l'intento di scrivere quello che mi sta passando per la testa e per il cuore in questo momento.
Poi ho visto l'ultimo post pubblicato, quello del 21 Maggio... quella specie di sfida con me stessa o con il famoso uomo dei desideri, non so con chi era veramente la sfida...
Sfida che momentaneamente è stata accantonata. Fino alla prossima volta che rivedrò il soggetto in questione temo...
L'ultima volta che l'ho incontrato mi ha detto che è confuso, diversamente dal solito non mi ha detto che è innamorato di lei, mi ha detto che ci tiene alla sua compagna e ci tiene anche a me. Evabbè. Vecchia storia. La convivenza e le sue noie. L'amante e le sue gioie.
Stadifatto che sta con lei, e non la lascia, anzi, ci progetta il futuro.
Cosa sono io? Io sono la Malafemmena. Quella con cui divertirsi e poi tornare pentito tra le braccia della Madonna.
Io sono la provocatrice, la gran troia, colei che a letto lo fa impazzire e che gli fa dei pompini da paura, quella con cui condividere quella teatralità stronza, quell'esibizionismo, quella voglia di provocare, stupire, quella porcellosità che sta lontano dalla soglia di ciò che accettabile socialmente e che insieme buttiamo all'aria ed esibiamo. Io sono quella roba lì, quella bella figa da portare in giro, ma anche intelligente al punto giusto per poterne andare fiero.
In fondo però non sono abbastanza.
Non sono abbastanza sottomessa, non sono sufficientemente santa per fare la sua compagna di vita, la donna da presentare ai suoi genitori, la madre dei suoi figli.
Che minchia. A volte sono piuttosto felice di fare la parte dell'amante. Di prendermi solo il bello. Godermelo a pieni sorsi, fuochi d'artificio, magia, eccitazione, entusiasmi. E poi ciao, ognuno alla sua vita. Ognuno alla sua noia, ognuno nel suo grigio. Il fatto è che io adoro il suo grigio, le sue tristezze, le sue paranoie, i suoi deliri. In quel tempo che abbiamo condiviso al 100%, quel tempo passato che sto iniziando a dimenticare, adoravo i suoi momenti bui, adoravo esserci per lui. Essergli di supporto. E farmi supportare. Adoravo perdermi in quell'abbraccio denso di com-passione.
Sticazzi. In fondo io sono innamorata di lui. Lo ero e lo sono. Ed esser innamorata di uno che mi vede come una troia e che ci ha messo un anno per ammettere a se stesso che io per lui sono importante mi fa sentire una mezza merda.
E poi... quando è riuscito a dire che io sono importante per lui? Quando ha visto che io ero bellamente in grado di prenderlo per il culo. Quando ho alzato le spalle, e l'ho fatto sentire una merda.
Una piccola vendetta quella.
Riuscita parecchio bene. :)
Weekend di lavoro. Riunioni su riunioni. Gente su gente.
In mezzo a quella gente tenevo stretto il mio filo con lui.
Un gioco di posizioni, sorrisi e occhiate.
L'ho fatto eccitare come un porco.
Gli ho fatto pregustare una scopata da urlo.
Ho giocato con lui al gatto e al topo fino al punto in cui non si riusciva nemmeno più a distinguere chi era il gatto e chi il topo.
L'ho portato al limite.
Si è infilato in bagno con me.
Si è abbassato i pantaloni.
Il cazzo era già bello dritto.
Pronto da mangiare.
Appoggiata al muro, un po' distante da lui, fissandolo negli occhi mi sono leccata lentamente le dita.
Poi ho allungato la mano e ho passato piano, piano, dolcemente, l'indice sul suo cazzo.
Occhi negli occhi.
Il mio dito si muoveva lentamente.
Il suo cazzo sempre più duro.
Piano allontano la mano da lui.
Mi lecco a lungo il dito in questione...
Occhi su occhi.
Lui aspetta con le labbra socchiuse la mia prossima mossa.
Mi accorgo del potere che è nelle mie mani in quel momento.
E in quel preciso istante decido.
E lo uso quel potere.
Gli giro le spalle.
E ciao.
Lo lascio lì.
Col cazzo duro e i pantaloni abbassati in un cazzo di bagno pubblico.
Oh yeah.
Bella lì.
Ti voglio bene, uomo.
Quando mi prendo gioco di te, te ne voglio ancor di più.
La tua faccia.
La tua faccia tra il sorpreso, l'incredulo e lo stupito è stata la soddisfazione più grande. ❤
Love you man.
Adesso il potere è mio.
Ci ho messo un anno, sì.
Ma adesso sono io a decidere.
Un anno era destinato a farti innamorare di nuovo di me.
Forse non ci sono riuscita.
Forse.
Ma di certo sono riuscita a ribaltare la dinamica di potere tra me e te.
Si era completamente sbilanciata con l'arrivo della tua cazzo di Madonna.
Ma ho ripreso le cose in mano, bambino.
Sono tornata.
Ora sono io a decidere.
Non vedo l'ora di avere un'altra ghiotta occasione di passare qualche giorno con te.
Ho voglia di giocare con te, topolino mio.
lunedì 21 maggio 2012
Antologia Emotiva - Cap. 1
Ho preso un impegno con me stessa.
Entro il 22 Dicembre voglio conquistare l'uomo che desidero. Se entro quella data fallisco, basta. Fine dei giochi. Se vinco, si salvi chi può!
Psst... non ditelo a lui!!
Ma soprattutto non ditelo alla sua ragazza!!
Il tempo corre...
Il mio cuore duole e il mio stomaco si contorce, ma ho deciso di mettere fine a questa tortura.
Eccomi pronta ad illustrarvi il nuovo obiettivo che mi sono prefissa, da cui deriva lo scopo poco politically correct dei miei prossimi mesi.
Da qualche tempo ho deciso che l'obiettivo della mia vita sarà nuovo.
L'obiettivo sono io.
L'obiettivo è la realizzazione dei miei desideri.
Un obiettivo che non avevo mai preso in considerazione seriamente.
Sono sempre stata abituata a fare ciò che bisogna fare.
Ciò che va fatto.
E così facendo non so nemmeno più ciò che voglio.
Ma da oggi cambio.
Da oggi farò solo quello che voglio fare.
Ho pensato a lungo, cercando un orientamento nel mare in tempesta dei miei desideri.
Poi tu sei entrato nel mio campo visivo e ho capito che la risposta era davanti ai miei occhi.
Io voglio te.
E ti prenderò Lupo...
Entro il 22 Dicembre voglio conquistare l'uomo che desidero. Se entro quella data fallisco, basta. Fine dei giochi. Se vinco, si salvi chi può!
Psst... non ditelo a lui!!
Ma soprattutto non ditelo alla sua ragazza!!
Il tempo corre...
* * *
Il mio cuore duole e il mio stomaco si contorce, ma ho deciso di mettere fine a questa tortura.
Eccomi pronta ad illustrarvi il nuovo obiettivo che mi sono prefissa, da cui deriva lo scopo poco politically correct dei miei prossimi mesi.
Da qualche tempo ho deciso che l'obiettivo della mia vita sarà nuovo.
L'obiettivo sono io.
L'obiettivo è la realizzazione dei miei desideri.
Un obiettivo che non avevo mai preso in considerazione seriamente.
Sono sempre stata abituata a fare ciò che bisogna fare.
Ciò che va fatto.
E così facendo non so nemmeno più ciò che voglio.
Ma da oggi cambio.
Da oggi farò solo quello che voglio fare.
Ho pensato a lungo, cercando un orientamento nel mare in tempesta dei miei desideri.
Poi tu sei entrato nel mio campo visivo e ho capito che la risposta era davanti ai miei occhi.
Io voglio te.
E ti prenderò Lupo...
martedì 1 maggio 2012
Mi basta il tempo di morire
Tu non mi resisti.
Continui a ripetermelo in tutti i modi.
Ma non è necessario tu me lo dica a parole.
È assolutamente evidente.
Siamo fuoco che arde.
Quanta fatica facciamo a tenerci lontani?
Quanta ne sto facendo io? Cazzo.
Ma perchè poi?
La lista di motivi che abbiamo fatto la settimana scorsa è stata destabilizzante...
Un mare di motivi buoni per stare insieme, amarci, scopare, vivercela.
Finchè ce n'è.
In preda a entusiasmo, eccitazione, follia.
Distruggerci di piacere.
Distruggerci di dolore.
Esplosivi, come solo noi sappiamo essere.
Un unico motivo per stare lontani.
Qualunque essere sano di mente sceglierebbe.
Sì o no.
Con tutte le conseguenze del caso.
Ma io e te abbiamo un problema etico.
Abbiamo l'etica di un bambino di 5 anni che punta i piedi a terra.
La stessa, identica, stronzissima, etica.
Quella che ci fa scegliere il no.
Ma non ci fa mantenere fede a questo no.
No. Non abbiamo nessuna intenzione di prenderci carico delle conseguenze del no.
Ci piace troppo il sì per rinunciarci completamente.
Ma nemmeno del sì vogliamo prenderci le conseguenze.
E viviamo a metà.
Stiamo in bilico sul filo del rasoio.
Diciamo una cosa.
E ne facciamo un'altra.
Salvo poi convincerci che non è successo niente, è tutto a posto.
Così il tempo passato insieme diventa un'avventura stile Tomb Raider.
Non sappiamo mai se ne usciremo vivi.
Anneghiamo insieme nel delirio di adrenalina.
Ci facciamo mangiare dall'eccitazione.
Alla ricerca di un farmaco che segni l'epilogo di questa malattia.
Ma tu sei la cassa di risonanza dei miei brividi lungo la spina dorsale.
Aspetto con ansia l'istante in cui morire nuovamente tra le tue braccia.
Non dire no. Prendi tutto quello che ho.
Lo so che ami un'altra. Ma che ci posso fare.
Io sono disperata, perchè ti voglio amare.
Continui a ripetermelo in tutti i modi.
Ma non è necessario tu me lo dica a parole.
È assolutamente evidente.
Siamo fuoco che arde.
Quanta fatica facciamo a tenerci lontani?
Quanta ne sto facendo io? Cazzo.
Ma perchè poi?
La lista di motivi che abbiamo fatto la settimana scorsa è stata destabilizzante...
Un mare di motivi buoni per stare insieme, amarci, scopare, vivercela.
Finchè ce n'è.
In preda a entusiasmo, eccitazione, follia.
Distruggerci di piacere.
Distruggerci di dolore.
Esplosivi, come solo noi sappiamo essere.
Un unico motivo per stare lontani.
Qualunque essere sano di mente sceglierebbe.
Sì o no.
Con tutte le conseguenze del caso.
Ma io e te abbiamo un problema etico.
Abbiamo l'etica di un bambino di 5 anni che punta i piedi a terra.
La stessa, identica, stronzissima, etica.
Quella che ci fa scegliere il no.
Ma non ci fa mantenere fede a questo no.
No. Non abbiamo nessuna intenzione di prenderci carico delle conseguenze del no.
Ci piace troppo il sì per rinunciarci completamente.
Ma nemmeno del sì vogliamo prenderci le conseguenze.
E viviamo a metà.
Stiamo in bilico sul filo del rasoio.
Diciamo una cosa.
E ne facciamo un'altra.
Salvo poi convincerci che non è successo niente, è tutto a posto.
Non sappiamo mai se ne usciremo vivi.
Anneghiamo insieme nel delirio di adrenalina.
Ci facciamo mangiare dall'eccitazione.
Alla ricerca di un farmaco che segni l'epilogo di questa malattia.
Ma tu sei la cassa di risonanza dei miei brividi lungo la spina dorsale.
Aspetto con ansia l'istante in cui morire nuovamente tra le tue braccia.
Non dire no. Prendi tutto quello che ho.
Lo so che ami un'altra. Ma che ci posso fare.
Io sono disperata, perchè ti voglio amare.
lunedì 13 febbraio 2012
Un collega
C'era un post perso tra le bozze, datato 25 Agosto.
Era già successo tutto, prima che succedesse tutto...Non è bello. Non è il mio tipo.
Mi attrae.
Basta uno sguardo.
Calamita sul ferro.
E mi ritrovo con le mutandine bagnate.
Qualche settimana fa, una festa.
Alcol.
Musica.
Tutti a ballare a piedi nudi.
Sguardi.
Occhi negli occhi.
Si avvicina.
Balliamo insieme.
Balliamo insieme.
Balliamo insieme.
Balliamo.
Insieme.
Cioè... non stavamo ballando.
Erano preliminari.
Belli e buoni.
Le sue mani addosso a me.
Mani pesanti, si appoggiavano.
Fianchi, collo, capelli.
...
domenica 12 febbraio 2012
Il cuore insanguinato degli uomini
Ci son uomini che fissandoti occhi su occhi si strappano il torace come Clark Kent si strappa la camicia e ti mettono tra le mani tremanti il loro cuore insanguinato.
Ti dicono amami.
Se tu scappi è finita.
Ritornano presto sui loro passi.
Continuano a scoparti, ad adorarti, a desiderarti.
Si fidano ciecamente di te.
Impazziscono di gelosia.
Tentano di nasconderti la profonda rabbia che provano per te.
Ma nel loro cuore lo sanno, non potranno amarti mai più.
Si sentono rifiutati.
Si sentono traditi.
E vanno cercando altrove l'amore incondizionato che tu non sei riuscita a regalargli a busta chiusa.
È il brivido lungo la spina dorsale che accompagna il primo contatto di sguardi quello che mi fa impazzire, quello che vale quanto il sigillo di Re Sole sul contratto del rapporto che nascerà.
Lui lo sa. Io lo so.
Anche questa volta perderemo insieme un pezzettino di cuore.
Wolfie, l'abbiamo perso insieme il cuore nei mesi scorsi.
Se è finita, lo scopriremo nei mesi prossimi.
Posso dire solo che è stato bellissimo, e come dici tu:
"Non è stato solo sesso, rifarei tutto, non mi pento di niente.."
dobbiamo solo mantenerci a distanza di sicurezza,
non guardarci troppo negli occhi, evitare di sfidarci.
E tu porterai avanti quel rapporto malsano in cui hai deciso di metterci di nuovo il cuore.
Io... io lo troverò un altro che mi farà sentire quel brivido.
Lo prometto a te.
Tu mi hai fatto vedere chiaro in questa storia più di mille filosofie.
No, non voglio fermarmi a ciò che ho a portata di mano solo perchè è qui.
Io voglio quel brivido.
Voglio il cuore insanguinato del mio uomo tra le mie mani tremanti.
Voglio guardarlo negli occhi,
sentirmi responsabile del suo vivere o morire,
col sangue denso e caldo che scende tra le mie dita.
Ti dicono amami.
Se tu scappi è finita.
Ritornano presto sui loro passi.
Continuano a scoparti, ad adorarti, a desiderarti.
Si fidano ciecamente di te.
Impazziscono di gelosia.
Tentano di nasconderti la profonda rabbia che provano per te.
Ma nel loro cuore lo sanno, non potranno amarti mai più.
Si sentono rifiutati.
Si sentono traditi.
E vanno cercando altrove l'amore incondizionato che tu non sei riuscita a regalargli a busta chiusa.
È il brivido lungo la spina dorsale che accompagna il primo contatto di sguardi quello che mi fa impazzire, quello che vale quanto il sigillo di Re Sole sul contratto del rapporto che nascerà.
Lui lo sa. Io lo so.
Anche questa volta perderemo insieme un pezzettino di cuore.
Wolfie, l'abbiamo perso insieme il cuore nei mesi scorsi.
Se è finita, lo scopriremo nei mesi prossimi.
Posso dire solo che è stato bellissimo, e come dici tu:
"Non è stato solo sesso, rifarei tutto, non mi pento di niente.."
dobbiamo solo mantenerci a distanza di sicurezza,
non guardarci troppo negli occhi, evitare di sfidarci.
E tu porterai avanti quel rapporto malsano in cui hai deciso di metterci di nuovo il cuore.
Io... io lo troverò un altro che mi farà sentire quel brivido.
Lo prometto a te.
Tu mi hai fatto vedere chiaro in questa storia più di mille filosofie.
No, non voglio fermarmi a ciò che ho a portata di mano solo perchè è qui.
Io voglio quel brivido.
Voglio il cuore insanguinato del mio uomo tra le mie mani tremanti.
Voglio guardarlo negli occhi,
sentirmi responsabile del suo vivere o morire,
col sangue denso e caldo che scende tra le mie dita.
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